martedì 21 marzo 2017

Campione gringo - Aura Xilonen #booktalk

Recensione Campione gringo - Aura Xilonen
campione gringo aura xilonen recensione

TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI

La scorsa settimana ho letto Campione gringo di Aura Xilonen, uscito lo scorso 16 marzo per Rizzoli, una giovanissima autrice messicana che ha messo nero su bianco moltissime tematiche importanti legate all'immigrazione, al maltrattamento e all'abbandono.

La lettura è stata decisamente positiva e adesso vi dico perché...


Liborio è un ragazzo che fa a botte. Picchia e viene picchiato e dalle risse esce sempre mezzo rotto. Ferite, piaghe, infezioni, vermi, sono i mali che affliggono questo giovane corpo che è dovuto sfuggire al Messico, la sua terra, e che è arrivato in US, dove trova lavoro come garzone di una libreria. Con un linguaggio sperimentale ed emblematico e un impianto di metafore potentissimo - il corpo martoriato di Liborio è chiaramente simbolo di tutto ciò che porta dentro... - Campione gringo è lo spendido lavoro di un'autrice messicana giovanissima che ha deciso di parlarci di immigrazione dal punto di vista degli immigrati, in un modo nuovo, sconvolgente.


campione gringo aura xilonen recensione

CAMPIONE GRINGO (2017)
Aura Xilonen
ed. Rizzoli

traduzione di B. Arpaia
336 pag.
18 € - 9,99€ ebook
4/5 su Goodreads


Sperimentazione linguistica

Campione gringo è senza dubbio un libro che ti stupisce. Inizi a leggerlo, ti aspetti una lingua, la solita lingua che sei abituato a leggere sui libri ma in realtà ti ritrovi altro, un entusiasmante incasinatissimo altro. La lingua usata in Campione gringo è lo spanglish, una variante linguistica dello spagnolo (o dell'inglese americano, dipende dai punti di vista!) che mescola il lessico dell'una e dell'altra lingua per dar vita ad un bellissimo ibrido di frontiera.

Aldilà del mio entusiasmo per le lingue pidgin, la sperimentazione linguistica che troviamo all'interno di Campione gringo è potente, elaborata e non si ferma al solo spanglish ma va oltre: Liborio, arrivato in US trova lavoro come garzone all'interno di una libreria e saranno proprio i libri ad alimentare il suo particolarissimo modo di esprimersi. Infatti, oltre al mix di termini inglesi e spagnoli, Liborio carica ulteriormente il linguaggio con termini ricercati e inusuali, con metafore talvolta ricercate, talvolta espressioniste, no, forse di più, del tutto astratte...

Leggere questa lingua è bellissimo - soprattutto per chi come la sottoscritta ama le lingue e i meravigliosi ibridi che possono venir fuori dagli scambi culturali - ma lo è ancora di più se questa lingua diventa un sintomo, un simbolo.

In Campione gringo il rapporto Stati Uniti - America Latina è spiegato per simboli: le lingue si incontrano e si respingono allo stesso tempo, così come le culture, le persone. Aura Xilonen dissemina il suo racconto di emblemi mai banali che non sviliscono il discorso sull'integrazione culturale, dipingendo l'America del nord insieme come speranza e disperazione, come ambizione al miglioramento e perdita delle proprie radici.
L'autrice inquadra l'immigrazione dal punto di vista del migrante e smonta il sogno americano pezzo per pezzo, spiegandoci, attraverso la vita di Liborio che nessun migrante passa la frontiera a cuor leggero.


campione gringo aura xilonen recensione
Questa e altre foto potete trovarle sul mio profilo Instagram


Fuga o pellegrinaggio?

I due concetti portano in sé significati profondamente diversi: quando si fugge si fugge e basta, quando si compie un pellegrinaggio si ha probabilmente l'idea di tornare indietro e di tornare indietro portando con sé qualcosa che non si aveva all'inizio.

Liborio è un ragazzino molto diffidente, che ha visto cose davvero brutte e che è stato costretto a scappare.
Se la sua sia una fuga o un pellegrinaggio, però, Liborio non ce lo dice: in Messico ha vissuto la parte più brutta della sua vita ma gli US sono un aggregatore di culture che spazza via identità e aspirazioni.

Forse il movimento di Liborio non è soltanto fisico: il suo è, forse, davvero un pellegrinaggio, ma il punto di ritorno non è il Messico ma se stesso. Dopo questo suo percorso accidentato Liborio torna a sé più consapevole di se stesso e delle proprie capacità. Liborio, alla fine, sarà capace di fidarsi degli altri, di essere protettivo, di sentire l'appartenenza, non tanto ai posti, quanto alle persone.

Ciao Donald Trump!


Penso che in questo momento storico un libro come Campione gringo che riesce a destreggiarsi fra gli estremi di razzismo e paternalismo che conosciamo giornalmente, sia estremamente utile.
Da un libro come questo emerge un messaggio fortissimo che ci parla non di migranti ma di persone, che diventano così tante piccole tessere di un mosaico con esigenze, personalità, idee, speranze individuali. Gli immigrati non sono una massa indistinta di criminali o poveretti che hanno bisogno di assistenza, sono prima di tutto persone e Liborio, questo, ce lo dimostra ampiamente.

Resto dubbiosa sulla conclusione del libro: ho avuto la sensazione che l'autrice abbia voluto lasciarci qualche indizio di un finale triste, che lascia intravedere che anche Liborio, alla fine, è stato assorbito, annullato, dalla cultura statunitense dominante.
Così un scatola piena di regali fatta a Liborio da una giornalista sua amica diventa una spugna che cancella il passato, la miseria, il Messico: un ipod e tanti vestiti griffati potrebbero sembrare una bella sorpresa ma forse non lo sono per quel campione gringo* che un tempo è stato messicano.

SEGNALAZIONI

L'autrice sarà a Perugia l'11 maggio in occasione del Festival Encuentro.

___________

*Gringo è un termine spregiativo usato dai latino americani nei confronti degli americani del nord

DISCLAIM:
All'interno del titolo del libro (quello che trovate sotto la copertina del libro) ho inserito un link che vi porta direttamente su Amazon. Poiché sono un'affiliata se deciderete di acquistare un libro attraverso uno dei miei link contribuirete al sostentamento di AmaranthineMess - bookblog. Vi ringrazio sin da ora se vorrete farlo :)

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